di Alberto Montibelli, ingegnere consulenza tecnica per Giacomini Group
La riqualificazione energetica green degli edifici è un approccio fondamentale volto a ridurre il consumo
energetico degli edifici esistenti per limitare l'impatto sull’ambiente e richiede l'implementazione di strategie e tecnologie i cui elementi chiave sono oggetto del presente articolo.
"Green"
La necessità di adottare il “paradigma green” nell’ambito della riqualificazione energetica degli edifici
è in stretta relazione agli obiettivi che l’Unione Europea si è posta nel quadro delle azioni per il clima e delle politiche strategiche in materia di energia per raggiungere l'obiettivo di una società ad emissioni zero entro il 2050.
D’altronde è ampiamente riconosciuto che il settore delle costruzioni rappresenta la chiave per dare impulso al processo di decarbonizzazione attraverso l'uso efficiente dell'energia, avvalendosi di soluzioni sostenibili per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici. In quest’ottica, il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 richiede un tasso annuo di ristrutturazione pari al 3%, con ristrutturazioni importanti che rappresentano il 70% del totale.
Allo stato attuale si deve prendere atto del fatto che, all’interno dell’Unione Europea, proprio gli edifici sono:
- responsabili per il 40% dell’energia complessivamente consumata
- producono per il 36% delle emissioni di gas serra connesse all’utilizzo di energia
- non sono efficienti dal punto di vista energetico per il 75% dell'intero patrimonio immobiliare
- ci si attende che almeno l’85% di essi sarà ancora presente nel 2050
Il percorso di avvicinamento al target del 2050 è guidato dalla direttiva nota come EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), la quale mira ad abbandonare i combustibili fossili negli edifici entro il 2035 e, con particolare riferimento al settore residenziale, a raggiungere obiettivi prestazionali minimi rappresentati dalla classe energetica “E” entro il 2030 e “D” entro il 2033.
Le azioni con cui intervenire per rispondere a queste richieste sono sostanzialmente tre:
- aumentare l’efficienza dei sistemi che utilizzano l’energia
- aumentare la quantità di energia ottenuta da fonti rinnovabili
- ridurre il fabbisogno energetico
È evidente che stabilire fino a quale grado spingere ciascuna di queste azioni richiede un notevole livello di esperienza e competenza interdisciplinare ai progettisti addetti ai lavori.
Basta riflettere sulla marcata differenza di condizioni climatiche tra nord, centro e sud dell’Italia, sulla varia natura del patrimonio edilizio italiano, composto da migliaia di differenti centri storici e moltissimi edifici di alto valore artistico, nonché sulla necessità di conciliare la gestione dei cantieri con tempi di realizzazione che siano ragionevolmente brevi e adottino soluzioni cost-optimal, per intuire che il traguardo rappresentato dalla classe energetica “D“ può essere convenientemente raggiunto puntando prevalentemente sulla riqualificazione impiantistica che sfrutta l’integrazione ottimale di generatori a pompa di calore e terminali di emissione radianti abbinati a sistemi di ventilazione meccanica controllata. In aggiunta, questa strategia offre il pregio di essere efficace rispetto all’obiettivo di abbandonare i combustibili fossili e di spostarsi verso la piena integrazione con impianti di produzione di energia elettrica da fotovoltaico, promuovendo la sostenibilità complessiva dell'edificio e della gestione dell'energia.
In altre parole, l’approccio “all-electric” costituisce un’eccellente risorsa per il “paradigma green”.