02/08/2021
L'idrogeno è tra i grandi protagonisti del Recovery Plan approvato dal Governo Draghi. Scopri di più grazie all'approfondimento sul Blog Giacomini
È l’idrogeno il vettore energetico su cui il mondo intero sta investendo risorse e ricerche, poiché proprio lui potrebbe essere la chiave per un futuro concretamente “carbon free”.
L’Unione Europea punta sull’idrogeno per cercare di raggiungere le emissioni zero di carbonio entro il 2050 e anche nel Recovery Plan l’idrogeno è protagonista, rappresentando una delle voci su cui concentrare budget e sforzi.
Molti sono infatti i piani in cantiere per incrementarne la produzione e ottimizzarne gli usi, lo stoccaggio e il trasporto. Una delle missioni del Recovery Plan è proprio la rivoluzione verde e la transizione ecologica, ambiti che possono contare su progetti da 59,33 miliardi di euro. Ma che ruolo ha l’idrogeno e l’energia da esso prodotta all’interno del Piano approvato dal Governo Draghi?
Recovery Plan e transizione ecologica
Dei circa 60 miliardi destinati alla tematica “green”, 23,78 miliardi di euro sono dedicati alla transizione energetica e alla mobilità sostenibile. Quali sono i principali punti affrontati da questa sezione del Plan?
Innanzitutto, quello dell’incremento delle quote energetiche ricavate da fonti di energia rinnovabile, puntando ad esempio sullo sviluppo dell’agro-voltaico e sulla promozione di impianti innovativi, anche offshore.
Si pensa anche di digitalizzare e fornire un solido potenziamento alle infrastrutture di rete e di progettare un trasporto locale più sostenibile, rendendo sempre più smart il trasporto pubblico, rinnovando le flotte e rafforzando la mobilità soft.
Tra le tematiche principali c’è, come anticipato, il favoreggiamento della transizione all’idrogeno, che si aggiudica una fetta di fondi da 3,19 miliardi di euro. Verranno utilizzati per diversi scopi, tra cui:
Recovery Fund e idrogeno: tra sfide e difficoltà operative
Le sfide aperte nella corsa all’idrogeno sono numerose e per certi versi anche molto complesse.
L’idrogeno, non essendo disponibile in natura dev’essere ricavato con procedimenti industriali non sempre “carbon neutral”. I metodi di produzione oggi disponibili (o pronti per essere collaudati a breve) riuscirebbero infatti a produrre prevalentemente “idrogeno grigio” e “idrogeno blu”, entrambi derivati da combustibili fossili.
Il solo idrogeno che può davvero contare su emissioni zero è però l'”idrogeno verde”, ricavato dall’elettrolisi dell’acqua attraverso l’impiego di elettricità ottenuta da fonti di energia rinnovabili: una produzione senza scarti nocivi e senza emissioni di gas a effetto serra.
Purtroppo, ad oggi quello “verde” rappresenta solamente circa il 4% dell’idrogeno mondiale, poiché non si dispone della quantità sufficiente di energia rinnovabile per produrlo su scala industriale e a bassi costi. L’”idrogeno verde”, infatti, può arrivare a costare anche il triplo che l’”idrogeno grigio”.
La buona notizia è che si stima che con l’aumento della produzione, anche i costi legati all’acquisto degli elettrolizzatori e le spese di produzione dell’idrogeno “green” possano scendere, rendendo quindi l’”idrogeno verde” più competitivo sul mercato. Questo permetterebbe di andare a sostituire nell’arco di meno di un decennio i combustibili fossili usati nell’industria e nel trasporto con un vettore energetico 100% green.
Un impegno lungimirante, anche per Giacomini
La direzione che sta prendendo il futuro è quindi chiara, anche per il Recovery Plan, e gli attuali rischi ambientali e climatici rendono il tema più urgente che mai. Una filosofia analoga è quella che ispira l’azienda Giacomini S.p.A. riguardo la ricerca di soluzioni per generare calore a partire dall’idrogeno sempre più efficienti e sempre più sostenibili.
L’idrogeno può realmente rappresentare la svolta necessaria verso una produzione di energia pulita, a impatto zero sull’ambiente. Oltre a essere l’elemento chimico più diffuso in natura, si tratta della molecola con il più alto contenuto energetico in rapporto al peso.
Inoltre, l’assenza di carbonio nella composizione di questo vettore energetico lo rende ideale per una combustione e una produzione di energia priva di emissioni di anidride carbonica (CO2), tra i principali responsabili dell’effetto serra.
È chiaro quindi perché proprio nell’idrogeno vengano riposte così tante speranze per un futuro energeticamente sostenibile ed è altrettanto chiaro perché Giacomini S.p.A. incanali le sue risorse nella ricerca di impianti a idrogeno sempre più performanti e nello sviluppo di solide partnership, ad esempio la collaborazione con il Politecnico di Milano, che possano condurre a un’evoluzione concreta di questo settore.